Nicolaj Fedorovic Fedorov: il Socrate di Mosca e il Transumanesimo

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A cura di Fabio Fioresi:

Nicolaj Fedorovic Fedorov
Come il Socrate di Mosca guida il movimento
transumanista e la geopolitica russa a 123
anni dalla morte


L’eredità di una persona ci può dire molto della stessa:
come si comportava, come vedeva il mondo, i suoi
rapporti con gli altri ecc.


Pochi però ci hanno lasciato un eredità così importante
e duratura come la persona oggetto di questo articolo,
Nicolaj Fedorovic Fedorov (1829-1903),
soprannominato il Socrate di Mosca dai suoi
contemporanei, fu una figura di tutto rispetto
all’interno della cultura e dell arte dell’allora impero
russo.


Nato come figlio illegittimo del principe Gagarin, fin da
subito dimostrò una non comune intelligenza, che
portò il genitore a farlo studiare al rinomato collegio
Richelieu.


Il suo pensiero filosofico, raccolto nella monumentale
opera “La filosofia dell’opera comune”, è quanto di più
avveniristico e estraneo al modo di pensare
occidentale si possa pensare.


Un misto di fiducia positivistica e tradizionalismo
religioso impossibili da trovare in altri filosofi antichi o
contemporanei.


Il suo lascito principale riguardo al transumanesimo è
fondamentale: il completo controllo della natura, la
sconfitta della morte, la colonizzazione dello spazio e la
rinascita della specie umana in una forma più evoluta.


Il suo non fu solo un contributo teorico ma anche
pratico, essendo stato lui a formare il giovane
Konstantin Ėduardovič Ciolkovski uno dei padri della
cosmonautica moderna.


Il lato religioso del suo pensiero aiuta e giustifica
l’aspirazione transumanista, anzi sostenendo questo
cristianesimo attivo, come la vera interpretazione del
pensiero biblico.


Un altro aspetto del suo pensiero, molto meno noto, è
l’aspetto geopolitico; Fyodorov fu l’erede degli slavofili,
un gruppo di intellettuali che vedevano nel ritorno
delle tradizioni slave rurali il modo di salvare l’anima
dell’impero, ereditando il loro odio per ciò che può
essere considerato occidentale e abbracciando il lato
asiatico e orientale in un’ottica di unione delle potenze
della terra contro quelle del mare.


Questo lo si può vedere oggi nell’interesse della classe
dirigente russa nei rapporti sia con la Cina che con
l’India.


Per concludere anche se mori povero in canna in un
ospizio dei poveri, Fyodorov continua in maniera
postuma a influenzare gli eventi odierni in modi che
onestamente possiamo considerare imprevedibili.

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